Teatro Adolescenti
ELISA
GIULIA
Francesco alzò lo sguardo. Quella notte sembrava che tutto fosse cielo. Un enorme mondo di cielo e stelle. Era un pesce rosso in una boccia piena di universo.
Francisco I, delfino di Francia.
Quel titolo era come un ciottolo su una spiaggia, e l'universo un disinteressato umano che lo calpestava in una passeggiata.
Un giorno anche lui sarebbe stato universo.
Sorrise alla luna, pallida compagna e ascoltatrice.
I vestiti gli andavano stretti quella notte: non poteva solo essere una stella, almeno per una notte? Sfiorare la luna e brillare senza limite se non l'infinito?
La luna si fece piccola piccola, finché divenne un gioiello sulla fronte di una donna.
Francesco la osservò, pervaso dal silenzio della notte senza luna.
La donna avanzò, un cervo al suo fianco e un arco sulla spalla. Gli porse la mano.
Francesco I, delfino di Francia, la prese. Gli stretti abiti divennero una leggera veste, la cui gonna danza a al soffio del non-vento.
La donna col gioiello di luna camminò sulle stelle come fossero gradini, aiutando Francesco là dove lo spazio tra le une e le altre era troppo ampio e bisognava saltare. Si fermarono su una comoda costellazione e Francesco guardò la terra, piccola e lontana.
Si stese sulla costellazione e appoggiò la testa in grembo alla donna. Lei passò dita incallite, dita esperte di arco e frecce, tra i suoi capelli dorati. I piedi nudi del ragazzo avevano raccolto polvere di stelle durante il viaggio, ed erano ora coperti di scarpe dorate.
Con un sospiro chiuse gli occhi e dormì.
La donna col gioiello di luna sorrise silenziosa, dondolando i piedi nel cielo, e chi guardò in alto quella notte vide la luna, con in grembo una bianca nuvola e due stelle a forma di scarpe accanto a sé.
GIUSI
IRENE
Una donnola Dannata donò una gonna alla amata Donna.
C'era una volta una donnola chiamata Dannata che passava le sue giornate in un parco facendo sempre le stesse cose, tanto che un giorno si disse:
"Non ne posso più di fare sempre le stesse cose! Mi annoio e mi sento anche sola!"
Così andò verso l'uscita del parco, ma si fermò prima di raggiungerla perché vide che, proprio li davanti, c'era un'altra donnola molto carina che la salutò pure quando la vide.
Dannata si fece tutta rossa e corse via presa da un'emozione mai sentita prima e si nascose dietro ad un albero. La vide il suo amico procione.
"Ciao, Dannata! cos'è quella faccia?"
Dannata gli spiegò tutto e chiese al suo amico cosa le fosse successo.
"Semplice! ti sei innnamorata!"
"Lo pensi?"
"Ne sono convinto!"
"Che cosa posso fare?"
"Potresti farle un regalo per fare colpo!"
"Ma cosa le regalo"!
"Puoi provare con dei fiori!"
"Hai ragione!"
Così Dannata salutò e ringraziò l'amico per poi mettersi a raccogliere dei fiori fino a formare un bel bouquet. ma quando si inamminò per andare a donarli, vide un uomo fare lo stesso gesto ad una donna che però non apprezzò il gesto, anzi, buttò il mazzo di fiori a terra arrabbiata.
Allora Dannata, per paura che le accadesse la stessa cosa, pensò di regalare qualcos'altro alla donnola che aveva visto.
Pensò a lungo finchè non le venne in mente un'idea:
"Le regalerò una gonna!"
Il problema era che avrebbe dovuto rubare una gonna visto che non poteva comprarla, essendo una donnola.
Andò per il parco guardando le gonne delle signore. erano tutte molto belle ma si chiedeva come prenderne una. Per fortuna, andando per caso dietro ad un cespuglio, trovò una gonna per terra. Non aveva idea ne' del come ne' del perché fosse li ma non le importava. Era perfetta!
La prese e la portò di corsa all'altra donnola che la guardò confusa.
"Questa è per te!" disse Dannata.
"Per me?"
"Si"
"Beh, è un pò grande, ma è comunque bella. Grazie. Come ti chiami?"
"Dannata"
"Io sono Donna, piacere!"
"Il piacere è mio. ti andrebbe di fare una passeggiata insieme?"
"Certo!"
E fu così che una donnola Dannata donò una gonna alla amata Donna.
MALAK
ROSSELLA
ROSSELLA
Storia Impossibile: (realizzata attraverso esercizi tratti da "La grammatica della fantasia" di Gianni Rodari)
"La donna diavolo mette un dado sul divano che fa la nanna con la sana panna"
"Che strano! eppure mi è sembrato che quel dado si fosse mosso da solo.... bah, sarà stata la mia immaginazione per il troppo sonno!"
Andrea, che si era svegliata da poco, fissò quel dado sul tavolo per qualche secondo e poi andò a prepararsi per la scuola: prese i suoi vestiti, rigorosamente rossi, dall'armadio. Non era solita portare altri colori e per questo motivo è stata nominata, per gioco, la "donna diavolo", il che è buffo perché lei sembrava tutto l'opposto dell'idra del diavolo, vedendo il suo comportamento e il suo carattere.
La ragazza si accorse di essere in ritardo, prese lo zaino di fretta e si diresse verso la porta, ma qualcosa catturò la sua attenzione: il dado che prima si trovava sul tavolo, ora era nello svuotatasche accanto alle sue chiavi, eppure non era stata lei a spostarlo. Dopo qualche secondo di confusione, il dado rotolò fuori dalla ciotola per saltare nelle mani di Andrea che era ancora alquanto spaventata per ciò che stava accadendo: "ma...... ma..... com'è possibile?" si chiese fra sè e sè, dimenticatasi totalmente di essere in ritardo.
Si sedette sul diano con tra le mani quell'oggetto che reputava quasi magico e lo osservò stranita mentre questo saltava da un aparte all'altra.
Il cellulare della ragazza iniziò a suonare. La sua compagna di classe la stava chiamada preoccupata del fatto che lei non fosse a scuola. Allora Andrea di corsa prese una dei suoi pupazzi in camera (che da piccola chiamava sempre "sana panna" per qualche strano motivo) e lo mise accanto al dado sul divano che si accoccolò tra le braccia del peluche.
Andrea prese lo zaino e si fiondò fuori casa a prendere l'autobus per andare a scuola