di Alberto Moravia
regia Ettore Oldi
con Matteo Bertuetti, Chiara Cervati, Antonio Panice
“Sono uno scrittore, e mi è sembrato naturale servirmi della scrittura per combattere una guerra di liberazione dalla guerra”
Alberto Moravia
“L’Angelo dell’Informazione”, pubblicato nel 1987, giunge al culmine di un intenso approfondimento da parte di Moravia sul tema della bomba atomica, ivi compreso un viaggio in Giappone del 1982, con tanto di sosta a Hiroshima. L’impegno dello scrittore giungerà, più avanti, addirittura ad una candidatura al parlamento europeo, con lo scopo di combattere l’uso dell’energia nucleare per scopi civili. È d’altronde del tutto comprensibile che, dopo più di quarant’anni di guerra fredda, la paura dell’esplosione atomica fosse diventata quasi insopportabile. Per un intellettuale che prenda sul serio il proprio ruolo nella società è inevitabile che l’incombenza di un tale genere di pericolo, così totale ed assoluto, risulti un tema assolutamente centrale. E questo testo è precisamente il modo che Moravia ha trovato per esprimere questa urgenza. Due crisi gravissime si sovrappongono e si specchiano l’una nell’altra. Un Jumbo americano è stato abbattuto nel mare del Giappone, e ci troviamo improvvisamente sull’orlo della guerra nucleare. Allo stesso tempo Dirce, una donna romana, scopre di essere incinta. Questo la porterà a voler essere interamente sincera, sia con suo marito che con il suo amante, sconvolgendo la vita a tutti e tre. Questa doppia direzione, questo conflitto emotivo tra una vita che nasce e la morte che incombe, portano a selezionare ciò che davvero conta di più, nella vita. A scartare ciò che non è essenziale. A desiderare la verità assoluta. Quella profonda, quella che ci possa permettere di non nasconderci davanti alle persone, di superare le convenzioni sociali e le maschere che indossiamo ogni giorno, per incontrarci davvero. Ma dove si trova questa verità? E come si fa a dirla? Perché evitare le menzogne non basta, e di questo abbiamo evidenza ogni giorno, da quando l’esplosione dei mass media ci ha dimostrato come si possa nascondere la verità anche seppellendola sotto un eccesso di informazioni corrette. No, purtroppo non è così semplice. È una ricerca lenta e faticosa. Una battaglia sia interiore che civile. Un bisogno umano.
La regia
Oppositore di quello che definiva “teatro della chiacchiera”, Moravia è stato un alfiere della centralità del drammaturgo sulla scena. Si è scelta dunque una regia poco ingombrante, il più possibile al servizio delle intenzioni dell’autore. Proprio a questo scopo, si è praticato un unico intervento un po’ invasivo, ovvero spostare l’ambientazione del testo in modo da mantenerla contemporanea come fu al tempo del suo primo debutto. A dimostrazione della straordinaria attualità del testo, gli adattamenti necessari sono stati pochissimi. A dispetto dei tre decenni passati dalla pubblicazione, che hanno visto la caduta del muro, la creazione della zona euro, l’attentato alle Torri Gemelle, la crisi economica, l’avvento dell’Isis e ormai anche la sua sostanziale sconfitta, nuovamente ci troviamo di fronte ad un’Europa in mezzo ad uno scontro Stati Uniti – Russia. Addirittura ricomincia timidamente ad affacciarsi nelle dichiarazioni pubbliche lo spettro del deterrente della bomba atomica. È del Dicembre scorso il monito di Putin: “Il mondo rischia una guerra nucleare e la fine della civiltà”. (Fonte: corriere.it, 18 Dicembre 2018) È per queste ragioni, oltre che per la crisi ecologica ancora tragicamente sottovalutata, che nel 2018 l’orologio dell’Apocalisse, iniziativa del “Bullettin of Atomic Scientists” che misura l’imminenza della fine del mondo, è tornato a segnare le 23:58 per la prima volta dal 1953. È comunque lontano dagli scopi di Moravia e del nostro spettacolo alimentare un sentimento di paura, che da sempre non è una buona premessa per una società serena. Tutto il contrario: l’idea è piuttosto quella di tentare uno scacco alla precarietà e alla confusione che i media continuano a provocare in noi. Ripartire da rapporti umani solidi e sinceri cercando di pulire il cervello da condizionamenti esterni o tradizionali.
Siamo a Brescia, Villaggio Ferrari n° 25
amministrazione e corsi:
chiara@centopercentoteatro.it
tel.+39 375 6197095
organizzazione e spettacoli:
info@centopercentoteatro.it
tel.+39 375 6197095
Associazione Centopercento Teatro | Villaggio Ferrari n.25 | 25125 | Brescia | info@centopercentoteatro.it | Tel.+39 375 6197095 | P.I. 03155490984
webmaster: Andrea Poddighe | realizzazione grafica: Zora Romanska | Privacy | Cookies Policy